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Incontinenza da sforzo (o stress)
Consiste nel perdere urina durante uno sforzo.
Quando facciamo uno sforzo vi è un aumento della pressione intra-addominale, che nella normalità è accompagnata da un’attivazione automatica dei muscoli viscerali del pavimento pelvico e dell’addome, che la controbilancia evitando la fuoriuscita di urina.
Ma se questo automatismo viene a mancare o se la muscolatura è debole o rigida, in seguito a uno sforzo più o meno importante (tossire, starnutire, sollevare un peso, correre, saltare, alzarsi in piedi, ridere, ecc.) l’urina può uscire. A seconda dell’entità di sforzo necessaria perché avvenga la perdita e della sua frequenza, l’incontinenza viene classificata come lieve, moderata o grave.
L’IUS può colpire donne e uomini a qualsiasi età. Alcune cause o fattori favorenti di IUS sono:
- Muscolatura del pavimento pelvico debole o ipercontratta
- Incompetenza della parete addominale
- Diastasi addominale
- Obesità
- Gravidanza
- Parto
- Menopausa
- Sport ad alto impatto
- Esiti di prostatectomia radicale
- Ipermobilità uretrale
- Alterazioni posturali
E’ molto importante essere consapevoli che PERDERE URINA NON E’ MAI NORMALE nemmeno se si perde una sola goccia in rare occasioni. In questo caso l’incontinenza è lieve e si recupera facilmente ma, se tralasciata, può peggiorare.
Gravidanza e parto sono eventi che spesso portano a insorgenza di IUS: durante la gravidanza i muscoli perineali sono messi a dura prova dall’aumento di peso che devono sostenere; il parto poi è un evento molto traumatico durante il quale muscoli, fasce, nervi vengono stirati dal passaggio del
feto. Un’eventuale lacerazione spontanea, l’episotomia (il taglio praticato dal personale ostetrico), l’utilizzo di strumenti per l’estrazione forzata del feto e le manovre che facilitano l’espulsione, causano un danno alle strutture muscolari, connettivali e talvolta nervose, si formano delle cicatrici e ci vuole tempo per il recupero funzionale, che non sempre è completo. Anche nel periodo successivo al parto, pertanto, è possibile che la donna inizi a soffrire di incontinenza da sforzo.
I sintomi possono risolversi spontaneamente e questa remissione porta a pensare che la situazione si sia normalizzata e che non sia necessario alcun intervento riabilitativo. In realtà, spesso l’incontinenza è ben compensata se i tessuti sono trofici e tonici di base, ma con il passare degli anni e soprattutto con l’avvicinarsi della menopausa, il problema può ripresentarsi.
Se il parto è l’evento che causa più danni strutturali al pavimento pelvico, il periodo nel quale più frequentemente può iniziare o peggiorare l’incontinenza, è la menopausa. La carenza di estrogeni ha un impatto su tutto l’organismo e determina, a livello dei tessuti muscolari e connettivi, un minor trofismo e una minore capacità funzionale. Le donne che in passato hanno sofferto di incontinenza durante la gravidanza o dopo il parto e l’hanno superata possono notare una ricomparsa dei sintomi; chi non ne ha mai sofferto, anche donne che non hanno avuto gravidanze o parti, potrebbe iniziare ad avere delle perdite di urina, perché il pavimento pelvico perde la propria competenza.
Nell’uomo, l’evento che più frequentemente può portare a IUS è l’intervento di prostatectomia. La chirurgia della prostata, per quanto avvenga con tecniche robotiche che dovrebbero consentire di risparmiare i nervi, è molto delicata perché quest’organo è posizionato alla base dell’uretra, che viene in parte ricostruita. A seconda della tecnica e dell’entità di tessuto che il chirurgo ritiene di dover asportare, l’intevento può avere conseguenze anche molto diverse sulla funzionalità. Fare una valutazione e delle sedute di fisioterapia prima dell’intervento permette di lavorare su tessuti integri che “sentono” e si muovono meglio: si acquisisce consapevolezza del corpo, si imparano degli esercizi da eseguire fin da subito, si capisce cosa fare cosa non fare per evitare le perdite di urina.