Dolore pelvico cronico

Il DOLORE PELVICO CRONICO è una condizione molto complessa che consiste nella presenza di  dolore ad organi e strutture pelviche sia maschili che femminili da almeno sei mesi, in assenza di  neoplasie, infezioni o altre patologie a carico di queste strutture. E’ molto diffusa, colpisce il 10-40%  delle donne.  


Il DOLORE ACUTO è un’esperienza spiacevole soggettiva comune a tutte le persone, che si verifica  quando dei recettori periferici vengono stimolati da un danno (o una minaccia di danno) e,  attraverso i nervi, inviano un segnale al sistema nervoso centrale. Il dolore, pertanto, ha un ruolo di  allarme e serve per segnalare al nostro cervello un pericolo. In seguito a questo avviso, il cervello  invia una serie di risposte al corpo con funzione di riparazione e di protezione; tra le risposte  protettive ci sono le contrazioni muscolari, che quando vengono mantenute a lungo possono dar  luogo alle contratture, zone all’interno dei muscoli che non riescono a rilassarsi. Una volta risolto il  danno e scongiurato il pericolo, l’allarme viene abbassato ed il nostro corpo riprende a funzionare  normalmente, salvo, a volte, mantenere la presenza di qualche contrattura muscolare che rimane  lì, spesso non dolorosa ma pronta a diventarlo quando nel muscolo si formano nuove tensioni.  


Si parla invece di DOLORE CRONICO quando un dolore, iniziato come acuto, si protrae oltre i sei  mesi, andando a modificare la percezione da parte della corteccia cerebrale, oppure quando la causa  non è la stimolazione di un recettore in un tessuto periferico ma un malfunzionamento del sistema  di trasmissione nervosa. Il dolore cronico, quindi, perde la funzione protettiva perché non è legato  ad un pericolo, ma porta ugualmente a reazioni difensive, come le tensioni muscolari, che possono  causare la compressione dei nervi e quindi l’aumento del dolore stesso, in un meccanismo che si automantiene. In questa situazione, diventano dolorosi anche stimoli che normalmente non lo sono,  come il tatto (allodinia), o uno stimolo doloroso minimo viene percepito come notevolmente più  intenso (iperalgesia), oppure la persona prova dolore senza che vi sia alcuno stimolo.  


Il DOLORE PELVICO CRONICO è una sindrome che può avere caratteristiche molto diverse da  persona a persona e può comprendere sintomi riferiti a tutte le strutture pelviche, interne ed  esterne, degli apparati  

  • riproduttivo  
  • urinario  
  • intestinale  
  • neuro-muscolo-scheletrico  

e legati a tutte le funzioni degli organi pelvici:  

  • sessuale  
  • urinaria  
  • ano-rettale 


Il ventaglio dei possibili sintomi riferiti, pertanto, comprende ad esempio dispareunia (dolore alla  penetrazione), dolore vulvare o vaginale, all’ano, al retto, alla vescica, all’uretra, all’addome ecc.,  legati o meno all’espletamento di una funzione delle strutture pelviche.  


La sindrome del dolore pelvico cronico è molto invalidante e incide pesantemente sulla qualità di  vita della persona. Ad essa si associano spesso depressione ed altri disturbi psicologici.  Per poter fare la diagnosi, è necessario escludere la presenza di patologie degli organi e strutture  pelviche e l’approccio di trattamento è necessariamente multidisciplinare. Oltre al medico  specialista, essenziale per la diagnosi e per le eventuali terapie farmacologiche, sono importanti le  figure del fisioterapista e dello psicologo/sessuologo.  

In particolar modo la riabilitazione del pavimento pelvico, effettuata da un fisioterapista  specializzato, consiste in un percorso terapeutico che ha lo scopo di aumentare  l’autoconsapevolezza, agire sul dolore dovuto a contratture muscolari e trigger points, insegnare  alla persona a rilassare la muscolatura del pavimento pelvico. All’interno del lavoro  multidisciplinare, la riabilitazione ha un ruolo determinante nel ridurre i sintomi e migliorare la  qualità di vita.

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