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- Diastasi dei retti addominali
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Diastasi dei retti addominali
Le pareti addominali sono costituite da 4 strati di muscoli, che hanno una funzione viscerale di contenimento e spostamento dei visceri e una funzione scheletrica di spostamento dei segmenti ossei e di contributo alla stabilità della colonna e del bacino.
Dalla profondità alla superficie, essi sono:
TRASVERSO DELL’ADDOME: è disposto su tutta la lunghezza del contenitore addominale con fibre orizzontali che hanno solo funzione viscerale: quando viene attivato porta i visceri verso l’interno, assottigliando l’addome;
OBLIQUO INTERNO E OBLIQUO ESTERNO DELL’ADDOME: collegano il torace al bacino lungo le pareti laterali dell’addome, hanno funzione viscerale di contenimento e funzione scheletrica che permette le rotazioni e le flessioni laterali del tronco;
RETTI DELL’ADDOME: disposti in superficie sulla parete anteriore, collegano il torace al pube. Hanno funzione viscerale di contenimento e funzione scheletrica di flessione del torace sul bacino o viceversa (avvicinamento sterno-bacino). Il retto destro e il sinistro sono uniti da una sottile fascia di tessuto connettivo, detta LINEA ALBA.
LA DIASTASI ADDOMINALE consiste nell’ALLONTANAMENTO DEI MUSCOLI RETTI DELL’ADDOME a causa di un ALLARGAMENTO DELLA LINEA ALBA, che può avvenire per effetto di una modificazione in aumento del contenuto addominale o per un aumento ripetuto delle pressioni intra addominali. Colpisce sia donne che uomini. Le cause o condizioni favorenti principali sono:
- GRAVIDANZA: Durante la gravidanza si verifica sempre una DIASTASI perché, attraverso la funzione degli ormoni, i retti si separano per far spazio all’utero in crescita. Nei mesi che seguono il parto i retti si riavvicinano, ma spesso in modo incompleto. E’ possibile fare una diagnosi definitiva di diastasi non prima di un anno, perché durante questo periodo il corpo continua a modificarsi.
- OBESITA’
- LAVORI CHE PREVEDONO LA MOVIMENTAZIONE DI CARICHI PESANTI
- • SPORT AD ALTO IMPATTO SULLE PRESSIONI ADDOMINALI; ESECUZIONE ERRATA DELL’ALLENAMENTO MOLTO INTENSIVO DEI MUSCOLI ADDOMINALI
- PATOLOGIE CHE PORTANO A RIPETUTI SFORZI DI VOMITO O TOSSE CRONICA
- Esiste la DIASTASI CONGENITA INFANTILE
CONSEGUENZE
In condizione di diastasi, venendo a mancare la funzione viscerale dei retti, i visceri non sono più contenuti anteriormente lungo la linea alba e vengono spinti verso l’esterno. L’addome pertanto tende a sporgere e, soprattutto quando i muscoli vengono contratti, può evidenziarsi la classica “pinna” o “cresta”, segno dei visceri che sporgono dall’apertura.
Anche la funzione scheletrica si altera, compromettendo la stabilità della colonna e del bacino.
Pertanto, oltre al disagio estetico della sporgenza dell’addome o, nelle persone molto magre, dell’evidente “buco” lungo la linea alba, alla diastasi possono essere associati dei sintomi dovuti all’incompetenza addominale, tra cui:
-ernie addominali
-gonfiore e dolore addominale, specie dopo i pasti; difficoltà a digerire
-postura in iperlordosi
-lombo-sacralgie
-dolori alle anche
-incontinenza urinaria
-pesantezza pelvica
La DIAGNOSI di diastasi dei retti è di competenza medica e la sua misurazione precisa avviene attraverso un’ecografia della parete addominale. Tuttavia, è possibile valutare la sua presenza e misurarla in modo non preciso anche clinicamente. Spesso è la persona stessa ad avere il sospetto per la forma dell’addome e perché vede comparire la pinna, per esempio mentre si alza dal letto o quando esegue esercizi del tipo crunch.
La diastasi può essere localizzata in una sola zona della linea alba, può comprendere più zone o può essere completa, lungo tutta la linea.
Fino ai 2,5 cm viene considerata fisiologica e l’entità varia in base alla dimensione: Lieve 2-3 cm
Moderata 3-5 cm
Severa oltre 5 cm
TRATTAMENTO
La diastasi dei retti può essere corretta attraverso un intervento chirurgico, che può essere fatto attraverso il SSN quando risponde a certi parametri, variabili da regione a regione.
Il recupero è più o meno lungo a seconda del tipo e dell’invasività dell’intervento, ma è importantissimo capire che non si può prescindere dalla riabilitazione, perché ricostruire l’anatomia non significa ritornare alla funzione, che va riabilitata, anche per evitare recidive. Iniziare a lavorare sul recupero funzionale già da prima dell’intervento, permette di diminuire molto i tempi di recupero.
Conservativamente, la riabilitazione della diastasi avviene con il recupero della funzionalità dell’addome. La parete addominale è parte del contenitore addomino-pelvico ed è necessario valutare tutte le sue componenti anatomiche e funzionali, che si influenzano a vicenda:
-Parete addominale
-Pavimento pelvico
-Diaframma
-Colonna vertebrale
-Bacino
-Respirazione
L’obiettivo della riabilitazione è far in modo che il corpo si muova gestendo correttamente le pressioni addominali, attraverso postura adeguata, movimenti liberi e competenza muscolare. Si allena l’addome in modo ipopressivo. Si impara a evitare le iperpressioni e a gestire le pressioni inevitabili in tutte le situazioni della vita quotidiana (prendere in braccio un bambino, eseguire faccende domestiche, portare le borse della spesa, fare sport, ecc)
Alcuni CONSIGLI PRATICI per evitare di peggiorare la diastasi addominale:
Evitare posture in chiusura
Evitare di fare sforzi avvicinando lo sterno al pube
Evitare gli esercizi addominali classici che creano iperpressione
Evitare più possibile di sollevare pesi
Mantenere un peso normale
Iniziare il percorso riabilitativo prima dell’intervento chirurgico
Imparare a gestire le pressioni durante o, meglio, prima della gravidanza