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Stipsi funzionale
Dopo aver terminato il suo lungo viaggio nell’intestino il cibo, trasformato dai processi digestivi in materiale fecale, transita nel colon e da qui, passando attraverso il sigma, viene riversato periodicamente nell’ampolla rettale, che costituisce l’ultima stazione dalla quale viene eliminato attraverso l’ano.
Quando le feci arrivano nel retto, il tessuto muscolare che lo circonda si contrae e strizza l’ampolla; lo sfintere anale interno, involontario, si apre e l’evacuazione può avvenire. Per posticipare la defecazione fino al raggiungimento del wc, più o meno consciamente, contraiamo lo sfintere esterno dell’ano, muscolo volontario, per rilassarlo poi al momento opportuno. Se però posticipiamo è lungo, lo stimolo si affievolisce fino a spegnersi e può tornare anche molto tempo dopo.
La regolarità della defecazione è molto soggettiva: una o più volte al giorno, una volta ogni due giorni… in ogni caso, uno dei criteri più importanti per la diagnosi di stipsi è la soddisfazione: anche se si defeca tre volte al giorno si parla di stipsi se dopo la defecazione se questa non è soddisfacente.
La stipsi può avere diverse cause e può essere affrontata con diversi approcci e strategie. E’ un disturbo molto diffuso, tanto da essere considerato una situazione “normale” in alcuni casi. Mi capita spesso di valutare una persona per un disturbo che riguarda il pavimento pelvico e, arrivata alla domanda “come va la defecazione?” mi viene risposto “sono stitic* da sempre”, come se fosse una variante della normalità, allo stesso modo del colore degli occhi e dei capelli.
Spesso questa condizione crea molto disagio e riuscire a evacuare può diventare un pensiero fisso, un vero e proprio lavoro che impegna tempo ed energie.
Se il problema è che non arriva lo stimolo, la causa è da ricercare nell’intestino. Ma se il materiale arriva nel retto, si percepisce il suo riempimento e lo stimolo ma si fa fatica a evacuare, la causa riguarda il meccanismo della defecazione, che probabilmente è alterato. Si tratta di una stipsi funzionale sulla quale si può intervenire in modo efficace con la fisioterapia del pavimento pelvico.
L’espulsione delle feci avviene attraverso la contrazione del retto (circondato da tessuto muscolare) e il rilassamento della muscolatura pelvica. Se quest’ultima è di base ipercontratta e non si rilassa oppure in presenza della cosiddetta inversione di comando (quando voglio rilassare in realtà contraggo), il passaggio delle feci viene impedito nonostante il retto sprema e la persona spinga. Come dico ai miei pazienti, è come voler uscire dalla stanza con la porta chiusa…
Consigli utili, in questo caso, sono:
- Idratarsi adeguatamente e inserire frutta e verdura nell’alimentazione, per agire sulla consistenza delle feci, che vengono eliminate più facilmente se sono formate e ben idratate
- Evitare lunghi e ripetuti tentativi di evacuazione a vuoto
- Assecondare lo stimolo prima possibile: lo stazionamento nel retto causa un grosso riassorbimento di acqua, così che le feci diventano più dure l’espulsione diventa più difficoltosa
- Utilizzare un rialzo sotto i piedi quando si sta seduti sul wc, in modo che le anche siano flesse oltre i 90°. Più ci si avvicina alla posizione della turca, meglio si evacua, perché tra il retto e l’ano c’è un angolo che in questo modo viene raddrizzato
Un fisioterapista esperto in riabilitazione del pavimento pelvico, attraverso una valutazione funzionale, può capire se è presente una disfunzione e insegnarti a correggerla.