Vulvodinia

E’ un dolore cronico alla vulva presente da oltre 3-6 mesi, in assenza di infezioni, stati infiammatori, neoplasie o disturbi neurologici che possano spiegarlo.

La vulvodinia viene detta:

a seconda della LOCALIZZAZIONE:

  • GENERALIZZATA quando si estende a tutta l’area perineale,
  • LOCALIZZATA quando si localizza in una sua parte, come ad esempio nel vestibolo (vestibolodinia, molto diffusa)

in base al COMPORTAMENTO del sintomo:

  • SPONTANEA se il dolore insorge spontaneamente
  • PROVOCATA se invece insorge in seguito a uno stimolo


SINTOMI

I sintomi non sono uguali per tutte e non sono costanti nel tempo. Risentono degli sbalzi ormonali, per cui ad esempio possono variare con le diverse fasi del ciclo mestruale, ma sono influenzati anche dallo stress, dalle tensioni, dal carico di lavoro ecc., per cui possono alternarsi periodi di maggior benessere ad altri di intensificazione dei sintomi.

Il disturbi possono comprendere:

-DOLORE tipo bruciore, spilli, tagli, prurito;

-SECCHEZZA VAGINALE e DISPAREUNIA (dolore durante/dopo i rapporti);

-SINTOMI URINARI che possono assomigliare a quelli di una cistite;


Generalmente i sintomi possono essere causati o aumentati dal fatto di indossare indumenti stretti o sintetici, fare il bagno al mare senza poi sciacquarsi con acqua dolce, stare sedute a lungo, andare in bicicletta.


CAUSE

Non è chiaro il meccanismo di insorgenza della vulvodinia. Sembra che ci sia un fattore scatenante (infezione, infiammazione, trauma…) sulla base di una predisposizione individuale.

La presenza nei tessuti per tempo prolungato di sostanze prodotte durante una infiammazione causano una irritazione dei nervi, quindi il dolore ad un certo punto non è più legato alla causa iniziale, ma diventa neuropatico, cioè è il nervo stesso a soffrire.

Il dolore, a sua volta, causa una ipercontrattura muscolare reattiva e, spesso, l’insorgenza di trigger points, punti localizzati nei muscoli che causano dolore locale e anche proiettato quando vengono stimolati dalla pressione/contrazione/allungamento del muscolo. I muscoli ipercontratti non sono in grado di rilassarsi ma nemmeno di contrarsi efficacemente, per cui tutte le funzioni a cui partecipa il pavimento pelvico rischiano di subire delle alterazioni.

Si instaura un circolo vizioso nel quale il dolore mantiene il dolore.

L’impatto sulla vita è molto pesante. La donna vive quotidianamente col dolore, modifica le sue abitudini riguardo ad esempio all’abbigliamento o alle attività per non scatenare o peggiorare i sintomi.

La vita di coppia ne soffre molto, perché avere dei rapporti sessuali penetrativi è a volte impossibile e questo porta a frustrazione per i tentativi non riusciti, senso di inadeguatezza e timore per il futuro del rapporto. Il desiderio si riduce fino a sparire: come si può desiderare il dolore? Ma alcune donne, per paura di perdere il partner, si costringono a sopportare il dolore.


DIAGNOSI

Quella della vulvodinia è una diagnosi di esclusione, cioè viene fatta, partendo dai sintomi, escludendo tutte le patologie che potrebbero provocarli.

Il test clinico diagnostico è lo SWAB TEST: con un cotton fiock vengono toccati dei punti sulla vulva la cui stimolazione dovrebbe far percepire semplice pressione; una risposta dolorosa permette di fare diagnosi.

La diagnosi è di pertinenza del medico. Molto spesso si tratta in un ginecologo, ma può essere anche ad esempio un urologo se la paziente si è rivolta a questo specialista a causa di sintomi urinari, o qualsiasi altro medico al quale la donna abbia raccontato la sua sintomatologia e che sia preparato sul tema del dolore pelvico.

Purtroppo, spesso la diagnosi arriva tardivamente, anche dopo anni di sofferenza, in seguito al consulto di molti specialisti.


TRATTAMENTO

Vista la complessità del quadro, la vulvodinia va affrontata in équipe: medici, fisioterapisti, psicologi lavorano assieme per la donna.

Il medico prescrive una terapia farmacologica che possa controllare il sintomo doloroso. È molto importante uscire dal circolo vizioso e il controllo del dolore, oltre a dare un benessere fisico, solleva lo stato psico-emotivo.

La riabilitazione è importantissima per eliminare i trigger points e le tensioni muscolari, normalizzare il tono, riprendere la funzionalità muscolare. La donna impara a conoscere il proprio corpo, a riconoscere la tensione, a rilassare e contrarre efficacemente i muscoli.

Oltre all’area del pavimento pelvico, in presenza di dolore quasi sempre anche la zona al di sopra del pube è bloccata. Si lavora moltissimo con la respirazione, perché è importante che il respiro arrivi in tutto il corpo, creando un’onda di movimento-massaggio benefico.

Visto il pesante impatto sul vissuto, per alcune donne è importantissimo un supporto psicoterapico.

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